Nel corso della prima guerra mondiale, l’ordine sociale adottato fino a quel momento e i valori che già divenuti fragili alla fine del XIX secolo furono irrevocabilmente superati. L’orlo della gonna, che prima copriva la caviglia, ora svolazzava intorno al ginocchio. Poiché era richiesta una linea giovanile e slanciata piuttosto che forme voluttuose e mature, le donne cominciarono a indossare una moda più svelta e sbarazzina, potremmo dire più maschile. Si può pensare che seguissero un’immagine corrispondente a quella della “Garçonne”, il personaggio dell’omonimo romanzo di Victor Margueritte del 1922.
La nuova figura femminile era una donna più istruita, lavorava e non esitava ad impegnarsi in una relazione. La guida di un’automobile, il golf, il tennis, la ginnastica e persino il fumo cominciarono a destare grande interesse nella nuova generazione femminile. Lo stile androgino Garçonne, che evitava qualsiasi enfasi sulla vita e sul seno, fu esposto all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes tenutasi a Parigi nel 1925, uno stile che diede il nome all’Art Déco.
L’acconciatura con taglio a caschetto, il cappello a campana e l’abito scivolato, lungo fino al ginocchio, caratterizzavano il look Garçonne. La biancheria intima consisteva in reggiseno, body e calze color carne. Il trucco utilizzato comprendeva rossetto rosso, cipria bianca e fard; le sopracciglia ben disegnate con una linea sottile e gli occhi accentuati da una linea di carbone scuro completavano lo stile tanto ambito. Con la svolta verso una figura androgina in quel periodo, era naturale che si sviluppasse una richiesta per abbigliamento anche sportivo.
La campionessa di tennis francese Suzanne Lenglen, dimostrando la sua superiorità atletica, contribuì a stimolare l’interesse per un abbigliamento da tennis più adeguato all’attività sportiva e comodo da indossare. Verso la fine del secondo decennio del XX secolo, i costumi da bagno apparvero per la prima volta sulle spiagge, esponendo la pelle nuda. La moda da spiaggia era in ascesa ed era considerato chic indossare i pantaloni nelle località balneari. Ed è qui che subentra la mitica Gabrielle “Coco” Chanel, che ha svolto un ruolo cruciale in queste nuove tendenze della moda femminile.
Ha disegnato abiti comodi, semplici e chic allo stesso tempo, combinando tessuti in jersey con forme ispirate all’abbigliamento maschile. I suoi abiti in jersey attirarono l’attenzione del pubblico, successivamente disegnó un insieme: un cardigan con un sotto abbinato chiamato “Twinset”, pantaloni alla marinara, costumi da spiaggia e il famoso “vestitino nero” must have . Un altro contributo alla storia della moda da parte di Chanel è stata la convinzione che la vera ricchezza possa essere esibita anche con gioielli “falsi”, cioè con gioielli di moda molto vistosi ed accattivanti, la bigiotteria di alta qualità.
Chanel in persona era la perfetta incarnazione del Garçonne e della donna indipendente; rappresentava una concezione della moda innovativa. Il suo stile si adattava al nuovo tipo di donna che era pronta a prendere in mano la propria vita. Durante l’età d’oro dell’alta moda negli anni ’20 e ’30, molti couturier emergenti come Jean Patou, Edward Molyneux e Lucien Lelong hanno lavorato a fianco delle case più vecchie e affermate come quelle di Paquin e Callot Sœurs.
Negli anni ’20, quando gli stilisti erano all’apice del successo, Chanel e Madeleine Vionnet dominavano gli eventi. Chanel incarnava la stilista esperta, la sua moda era fatta di tagli morbidi e di ricercati tessuti di jersey, ottenendo eccellenti risultati che hanno portato a progressi significativi nella sartoria femminile.
Chanel credeva che la caratteristica della funzionalità fosse una qualità essenziale nell’abbigliamento femminile del XX secolo. Rinunciando alle decorazioni vezzose e adottando gli elementi stilistici della moda maschile, ha disegnato una moda femminile sportiva e funzionale che rappresentava un nuovo tipo di eleganza. Indossava lei stessa i suoi modelli, ha lanciato la moda dell’abbronzatura e come donna lavoratrice, incarnava il garçonne, il “ragazzo”, che ha plasmato la nuova immagine delle donne dopo la prima guerra mondiale.
Nel 1916, Chanel ha disegnato abiti cardigan realizzati in jersey di lana, che all’epoca era utilizzato principalmente per la biancheria intima. Questo modello era caratterizzato da una gonna più corta in una forma semplice, ed è poi diventato il prototipo dell’abito Chanel. Era un modello lungo fino al ginocchio e aveva una colorazione monocromatica che conferiva un tocco moderno. Era ornato da lunghi fili di perle che gli davano luminosità e, inoltre, faceva parte di questo vestito, un fiore di garofano appuntato sul lato alto del cardigan. In seguito, invece, si è utilizzato sempre il fiore di camelia per l’abito in stile Coco Chanel, è infatti diventato il fiore simbolo di questa meravigliosa casa di moda.
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