La collezione Resort 2026 di Vivetta emerge dalle acque di un racconto marino, nato dal sale e dal vento: al timone, una donna capitano abita il ponte della sua barca, ma sa anche perdersi tra le piazzette di Capri, Portofino e Saint-Tropez

vivetta

Il giorno si apre su abiti dalle strutture sartoriali, si distende in look pensati per il tempo sospeso della vacanza e si sublima nella sera, dove il linguaggio di Vivetta è articolato, sovrapposto, prezioso. Le lavorazioni sono ancora più minuziose; il bon ton sfiora linee mannish e incontra l’arte del fatto a mano. È una svolta sottile ma inequivocabile.

Vivetta si specchia nell’Intelligenza Artificiale e ne affiora una mitologia visiva: il logo si materializza tra le onde e una barca fantastica solca paesaggi onirici, tra sogno e algoritmo. Il surrealismo, da sempre parte del lessico del brand, si rifrange nella dimensione aumentata: i sogni di Vivetta sono oggi dreamscape.

Le Silhouette, i Tessuti:

I codici maschili si dissolvono in trame femminili. Un tessuto da giacca estivo, nato per l’uomo, si reinventa in morbidi intrecci di bianco e celeste. Le gonne a pieghe flirtano con trench, classici with a twist, e giacche corte e tecniche. Dettagli sportivi – come il lucido ciré – si ingentiliscono in bomber e shorts, accanto a gonne con bottoni a pressione dorati, elementi funzionali come gioielli.

La maglieria indaga contrasti in 100% cashmere o cotone: ora righe pulite, ora texture aperte, simili a reti da pesca. Il canvas si alleggerisce, complici gli innesti di nylon luminoso: i capi sono costruiti per sezioni e tessuti diversi convivono, si sfiorano, completano. Tra piping e dettagli utility, spuntano cappelli e colletti: nuove minuzie tanto estetiche quanto pratiche, si staccano e si ricollegano come elementi modulari di un guardaroba fluido.

La gomma trasparente si fa divertissement in accostamenti inediti: un mini-dress in duchesse stampata con magnolie oversize, print di stagione, affiora sotto un velo lucente che avvolge senza nascondere. E il materiale acquatico si declina in pezzi che proteggono e vestono, dai poncho con rouches all’impermeabile, fino al copricapo da pioggia.

La stessa sovrapposizione materica si sviluppa in un gioco di layering in crescendo, fino a un evening che stratifica tulle, ricami e perline di vetro handmade. Tocchi marini in chiave couture emergono anche nel dailywear: paillettes goffrate e increspate modellano volumi vaporosi, nuvolette che ricordano la schiuma del mare. Ma sono gli abiti da cocktail a dare a questa visione piena espressione.

Le Nuance:

Una palette composta, dove i pastelli danzano su shape e tessuti maschili, rovesciandone i codici. La sera si tinge di nero, profondo e teatrale. L’abito è architettura di contrasti: il pizzo chantilly, creato in esclusiva per Vivetta, è un merletto disegnato, intarsiato, inciso con inserti di altri pizzi. Plissé laterali in georgette ne amplificano la tridimensionalità.

Il Dettaglio:

Il filo nautico diviene un motivo strutturale con corde che plasmano la forma. Gli abiti in crêpe de chine di seta si trasformano grazie a coulisse; un pantalone si accorcia; un abito si restringe in camicia.

Il cashmere è attraversato da foulard fissati con “occhielli vela”, mentre nei jeans, gli occhielli creano nodi marinari ai lati. I bottoni ricordano le gasse d’amante, le finiture in paillettes rievocano le fascette da capitano.

Persino le etichette diventano parte del gioco: in gomma colorata, sono applicate su capi altrettanto gommati, e ogni elemento parla un linguaggio coerente, tattile, moderno.

Gli Accessori:

Una collezione di gioielli narrativi accompagna la Resort 2026 di Vivetta: catenelle con barrette si inseriscono nelle asole, ornati con charm smaltati – ganci d’ormeggio, salvagenti, barchette di carta –, e un piccolo topo, mascotte della stagione, è salito a bordo dal porto e rimasto come compagno di rotta. I preziosi da sera si ispirano ai fiori delle stampe, fusi con elementi marini: un petalo diventa ancora. Piccoli personaggi snodabili, vestiti da donna capitano, informano quindi orecchini e collane.

Le calzature dialogano con il racconto: ballerine con asimmetria poetica (un’ancora solo su una scarpa), sabot-mocassini in stampa cocco con salvagente applicato, calze lingerie che avvolgono la caviglia di intrecci.

Le borse sono infine indumenti intimi portati all’esterno: piccoli tank top con pizzo e nylon oppure in ciré, elevati a bag leggere, pronte a essere indossate come visioni-illusioni sognanti – e portabili.

Credits: Courtesy of Press Office Vivetta

Leggi anche: Trends