a cura di Maria Livia Pellicano

Ci troviamo nel medioevo, anno 1453, quando la capitale dell’impero Bizantino, Costantinopoli, cade nelle mani di Maometto II, detto il conquistatore. Papa Pio II, impressionato dall’avvento, ne sottolineò la drammaticità in tutti i suoi scritti resi pubblici e fatti pervenire in tutta Europa. Il tracollo dell’impero Bizantino, dove Dio era rigorosamente considerato il centro di tutto, va a determinare la rinascita dell’Occidente, dando un taglio drastico al passato. Nel XV secolo, nasce una nuova corrente, l’ Umanesimo, dove l’attenzione si concentra su l’uomo, si sviluppano nuovi esperimenti in campo scientifico, nuove discipline come la Biologia, la Zoologia e l’antropologia. Un fermento culturale che fece emergere una nuova epoca, l’Umanesimo, dal quale fiorì il Rinascimento; il periodo ideale in cui vivere per una mente brillante e geniale come quella di Lionardo da Vinci che lo portò alle maggiori forme d’espressioni , egli fu infatti scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista. Egli inventò la macchina volante alata (aereoplano), l’attrezzatura subacquea, l’automobile, l’anemometro, il cannone a 33 canne (arma automatica), l’elicottero, il ponte girevole, il paracadute, il cavaliere robotico (robot), il carro falciante, il carrarmato, lo scafandro, il galleggiante a fondo apribile, il tamburo meccanico, la stampante, la nave a sperone mobile, il guanto palmato, il salvagente, la vite aerea, laacchina per il moto perpetuo, il balista lanciasassi, il forno, i cuscinetti a sfera, non solo ma anche la bicicletta, la camera degli specchi, bombarda a frammentazione, la ruota per azionare balestre, il telaio automatico da tessitura e molto più. Vi confesso che mentre scrivo queste poche righe su questo incredibile genio, mi vengono le lacrime; colui che oggi chiamiamo Leonardo da Vinci, io amo chiamarlo Lionardo così come lo chiamarono gli antichi.

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Lionardo nasce in Italia ad Anchiano, vicino Firenze, il 15 aprile 1452, fu figlio illegittimo del ricco notaio Piero da Vinci e una contadina dal nome Caterina, dunque visse una situazione familiare difficile, i primi cinque anni con la madre e in seguito nella famiglia paterna con i nonni. I genitori non vissero mai insieme. Ricevette una educazione assai anomala al tempo, molto libera, non imparò mai il latino e il greco, così come veniva richiesto al tempo per una persona dotta e colta ma imparò al contrario di molti altri, a scrivere anche con la mano sinistra e contemporaneamente da destra a sinistra come da sinistra a destra. I suoi interessi da bambino, erano stare nella natura e giocare con gli animali che amava molto, tanto da non mangiare mai carne. Sperimentava, mediante l’accurata osservazione della natura, giochi che erano dei veri inizi di piccoli progetti ingegnosi, aveva una grande capacità di apprendimento e una mente fotografica.

Nel 1460, il padre Piero, riconosce nel ragazzino appena adolescente, uno spiccato talento artistico nel disegno. Fu presentato dunque, tramite un amico di famiglia, ad Andrea Verrocchio, un famoso pittore e scultore dell’epoca che dirigeva la rinomata bottega nella quale veniva praticata una larga gamma di diverse arti, come la pittura, la scultura, l’orificeria con cera a perdere, la lavorazione del bronzo e altri metalli, l’architettura e l’ingegneria meccanica; qui emersero importanti artisti come Sandro Botticelli, Perugino, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi.Una bottega quella del Verrocchio che riceveva l’attenzione e gli ordini di commissioni importanti dai signori di Firenze, la famiglia Medici che all’epoca governava a pieni poteri. Per il giovane all’epoca appena decenne, era stato giudicato ancora prematuro iniziare l’attività presso la bottega. Un periodo in cui intrighi, veleni, omicidi, erano all’ordine del giorno, lo stato sociale di Lionardo, da figlio illegittimo era pertanto mal considerato a quei tempi, non era facile, tuttavia egli riuscì grazie la sua brillante genialità ad emergere e farsi stimare e ben volere. A 17 anni da Vinci entrò definitivamente nella bottega del Verrocchio, il quale venne presto a conoscenza della spiccata intelligenza del ragazzo e della sua particolare inventiva e capacità progettuale, ne ebbe dunque una grande stima. La mente creativa di Leonardo era assiduamente stimolata dal connubio della sperimentazione abbinata ad un notevole spirito critico,così come il continuo interesse e desiderio di conoscenza  hanno stimolato e rafforzato la sua innata genialità.

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Nel 1472, poco più di 20 anni il bel Lionardo fece parte della compagnia dei pittori di Firenze, la compagnia di San Luca; a 24 anni si afferma come artista indipendente. Era famoso per la sua particolarità della dinamicità nella pittura, dai suoi dipinti spiccava il movimento e la profondità assieme alle morbide sfumature, le figure non erano mai definite da linee ma da sovrapposizioni di velature che davano l’effetto di una tridimensionalità quasi reale. Egli non amava usare i colori nei suoi disegni, si limitava a dare una base di sanguigna leggerissima per le basi del disegno. Per il giovane da Vinci la più grande maestra di vita era l’esperienza infatti si definiva un autodidatta.

Con i suoi esperimenti cercava di scoprire i fenomeni naturali della luce e le ombre che furono determinanti nelle sue opere. Nel 1479 a Firenze Lionardo cominciò ad avere grande richiesta progettuale per la fabbricazione di strumenti bellici, armi e fortificazioni. Nel 1481 gli venne commissionata una pala , l’Adorazione dei Magi per San Giovanni a Scopeto, fu una delle sue opere più significative e importante che però non ritenne necessario portare a termine suscitando il malumore dei frati che lo denunciarono per l’opera incompiuta.Egli era uno spirito libero, iniziava spesso opere nuove seguendo l’istinto creativo, lasciandone però incomplete delle altre, probabilmente perché le definiva finite in quanto avevano raggiunto l’effetto desiderato attraverso determinati particolari che facevano vivere l’opera così come era.

Non vi sono molti dipinti del genio di tutti it empi, tra quelli più importanti possiamo ricordare L’Annunciazione, IL Battesimo di Cristo dove lui dipinse di propria mano l’angelo in basso a sinistra in seguito l’ Adorazione dei Magi, La Vergine delle Rocce, l’ Ultima cena, Sant’Anna, La Vergine e il Bambino con l’agnellino.

In molti furono in quegli anni a dilettarsi nel disegno dell’uomo Vitruviano, anche il da Vinci. Si trattava della rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano.

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Un corpo che è perfettamente e armoniosamente inscritto nelle due figure geometriche, esse sono cerchio, quale rappresenta il cielo e la perfezione divina e quadrato che rappresentante la terra. Già nel 80 a.C., Marco Vitruvio Pollione con il trattato dal nome De Architettura, opera di dieci libri, offre una panoramica sull’architettura e dedica il terzo volume ai templi, dove lui scrive sull’importanza dell’armonia delle forme e proporzioni, riferendosi così anche all’armonia delle proporzioni del corpo umano. Anche Plinio osservò che la distanza che c’è in un uomo dalla testa ai piedi è la stessa che c’è tra le dita delle mani a braccia distese. Il trattato di Plinio fu tradotto in seguito da Cristoforo Landino tra il 1472 e il 1474 , Lionardo ne possedeva una copia, si può ipotizzare che l’attento studio di Plinio, degno di considerazione ha destato l’attenzione del giovane Lionardo, il suo uomo Vitruviano risale al 1490; il genio introduce alcune aggiunte e modifiche attraverso la famigerata sperimentazione empirica. Pur guardando alla tradizione come sempre trova anche questa volta un modello nuovo e più attuale di proporzione.

Un dipinto fantastico e allo stesso tempo misterioso è un ritratto di donna dallo sguardo languido che  segue lo spettatore ovunque lui sia, con una ammiccante estroversione atipica per una dama dell’epoca e il sorriso appena a accennato. Le donne dipinte dal genio di tutti I tempi sono estremamente interessanti, ostentano una certa sicurezza e oserei dire che la loro espressione le fa assomigliare alle donne moderne. Si tratta della Gioconda, nota anche come Monna Lisa , una vera e propria icona enigmatica, è un dipinto a olio su tavola realizzato da Lionardo da Vinci, è di grandezza 77 × 53 cm e 13 mm di spessore, realizzato in data 1503-1506 circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. L’opera rappresenta il ritratto di Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo, per questo fu chiamato anche la “Gioconda”. Pare che il ritratto venne dipinto in un lasso di tempo molto lungo, più volte venne ritoccato dall’artista, inoltre sembra che sotto l’attuale ritratto ci siano tre diverse versioni della Gioconda o Monna Lisa.

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Un altro ritratto del da Vinci, a mio parere molto attuale per la sua rappresentazione è Il Salvator Mundi, che fu tanto discusso per via della autenticità dell’attribuzione  dell’opera all’artista che in un primo tempo si pensava fosse stata dipinta da un suo allievo.

In fine, il meraviglioso e unico Salvator Mundi, con la sua sfera di cristallo rappresentante il mondo e la sua mano alzata in segno di benedizione, con i suoi capelli lunghi e riccioluti e la sua figura vagamente ambigua è stato acquistato all’asta nel 2017 per 450 Millioni di dollari americani dal principe ereditario Mohammed bin Salman.  È definitivamente oggi l’opera più stimata e pagata del mondo.