Ci insegnano fin da bambini che il risultato conta, conta per noi, per le persone che ci sono accanto, conta per la società che ce lo ricorda continuamente, conta per essere accettati, per non dover essere giudicati… 

Non sarò qui a convincervi del contrario, sarebbe difficile sostenere una tesi simile, ma sono qui a spiegarvi quella che sostengo io ed in cui credo fermamente. 

Sia noi che i nostri figli siamo costantemente sottoposti allo stress della prestazione: numeri, pagelle, medie, primo classificato, capo cannoniere, stipendio e premi da raggiungere… chi vince ha vinto, chi perde ha perso.

Sono certa che a tutti noi piaccia chiudere un anno scolastico al meglio, un anno sportivo con le giuste soddisfazioni, un anno lavorativo con tutti gli obiettivi conseguiti e magari, chi lo sa, anche un riconoscimento, un incentivo, un pagellino d’oro o qualche coppa da esibire.

Tagliare il traguardo vittoriosi è sicuramente una grande gioia, ma non sempre si può, non sempre si riesce a farlo e, per questo, è necessario anche saper accettare la sconfitta e saperla vedere da un’altra prospettiva.

Ci sono coloro che hanno tutti 10 a scuola ma non provano il senso di soddisfazione, chi arriva a risultati gloriosi e non sa emozionarsi, chi guadagna tanti soldi ma che non sa comprare la felicità… allora capisco che forse lo spreco non è non raggiungere un esito positivo, ma raggiungerlo e non saperne godere.

Perché il problema vero non è arrivare al risultato ma come ci si arriva.

A volte ci vuole solo un po’ di tempo in più, tanta pazienza, costanza e la capacità di saper accettare il fallimento.

Arriva il momento in cui, il non aver tagliato il traguardo, ci fa sentire di aver sprecato il viaggio, ma mai nessun viaggio è stato fatto invano: le deviazioni servono, le salite anche e il renderci conto della nostra resistenza davanti alla fatica per arrivare dove siamo destinati ad andare.

Perché a volte è sbagliando percorso che arriviamo nel posto giusto.

Impariamo quindi che non sempre conta il risultato ma chi diventiamo mentre cerchiamo di raggiungerlo, l’evoluzione del nostro “io” ad ogni passo compiuto e, non da sottovalutare, la forza di rialzarci dopo essere caduti.

L’anno scorso ho piantato dei girasoli nel mio giardino e sono cresciuti dei fiori bellissimi, un giorno è arrivata la tempesta e ha distrutto l’intero campo. 

Ho creduto di aver fallito, che fosse stato inutile dedicargli tutto quel tempo, ma ho capito che quando ci si prende cura di qualcuno o di qualcosa non è mai tempo sprecato. 

Anche con mio figlio è andata così, in questo lungo e difficile anno non è andata come credevamo e come speravamo, ma sono certa che saprà sempre trovare la direzione giusta guidato dal mio amore. Nel suo tempo e nel suo modo. 

Non conta come finisce una corsa, conta l’entusiasmo che mettiamo, la resilienza delle nostre gambe, la capacità di non farci abbattere dalle circostanze.

Care mamme e cari papà, termino così, per ricordarlo anche a me stessa. 

In questi giorni scopriremo le sorti dei nostri figli a scuola e in tanti altri ambiti, dietro ad ognuno di loro c’è una storia, un sogno, un’artista, uno sportivo, delle insicurezze, delle esperienze difficili… qualcosa che non si può quantificare dai voti in pagella.

Alcuni di loro perderanno l’anno, non saranno riconfermati nel loro sport o verranno esclusi da qualcosa a cui tenevate prendessero parte, in quel momento vi sembrerà una tragedia, ma la vera tragedia è avere figli maleducati, violenti, infelici o privi di cuore, figli che sono inseriti in cattive compagnie… non il mancato risultato che non sono riusciti, solo per ora, a raggiungere.

E allora respirate, date al nuovo anno la possibilità di sorprendervi.

Lasciate che cadano, serve anche quello per crescere.

Insegnategli a dare un significato e un senso ad ogni loro gesto, sorriso o emozione…insegnategli ad essere delle brave persone, solo così non avranno perso mai. Tutto il resto lo fa la vita.

Buon viaggio a tutti voi genitori e ai vostri figli.

E buon viaggio al mio Tommaso, sempre orgogliosa di te, nonostante tutto.

Valentina Capretti