Settembre è un mese particolare capace di suscitare in ognuno di noi stati d’animo ed emozioni contrastanti.

Da un lato è il mese che porta con sé la malinconia della fine dell’estate, delle vacanze e della bella stagione, dall’altro è un nuovo inizio e, come tale, implica un qualcosa che cambia e, nel cambiamento, anche quando facciamo fatica ad accettarlo, vive la rinascita.

A settembre si riprendono tutti quei doveri che le ferie estive ci avevano provato a far dimenticare, i ritmi della quotidianità, il lavoro, la scuola, gli impegni e la routine talvolta monotona a cui siamo abituati. 

Nella poesia dei colori che si trasformano, nelle foglie che cadono e nella pioggia incessante, nelle ore di luce che diminuiscono, e nel cambio armadi… ecco che si ritorna alla realtà

Nella mia visione ottimista trovo sia un mese necessario per ricaricarci e ripartire meglio di prima, dedicarci a nuovi progetti, programmare attività stimolanti e cambiare ciò che non ci rende soddisfatti nelle nostre abitudini riconducendo la nostalgia che lo accompagna ad una strategia della nostra mente per adattarsi a nuovi ritmi.

Un sorta di pianificazione, un periodo di transizione, un momento di passaggio… uno spazio caratterizzato da tutti i buoni propositi che abbiamo rimandato e che dobbiamo riprendere in mano.

Settembre stimola la tristezza semplicemente perché viene percepito come un addio a un tempo che non tornerà più, ma, se ci pensate bene, non possiamo sapere se qualcosa di meraviglioso è in arrivo per sorprenderci.

Direi che dovremmo imparare a viverlo con la curiosità del suo essere un po’ un mese sospeso, perché, in realtà, è il mese in cui ci si concentra sulle cose lasciate in sospeso. 

Nella letteratura italiana è stato il mese più amato, citato e celebrato da scrittori e poeti basti pensare a “I Pastori” di Gabriele D’Annunzio con la celebre frase in apertura “Settembre andiamo è tempo di migrare” dove l’autore esprime perfettamente la transizione di cui è protagonista: la fine di un ciclo che dà vita ad un nuovo inizio.

In età giovanile ci sentiamo smarriti quando ci viene chiesto di ritornare tra i banchi a studiare, rinunciare al tempo libero e dire addio alle amicizie o alle prime storie d’amore nate in riva al mare e tutto questo provoca in noi un forte senso di smarrimento.

Credo che questa ripartenza si possa apprezzare di più in età adulta, quando la si osserva da un’altra prospettiva, con una consapevolezza diversa e la si accoglie come un’immagine metaforica dell’esistenza umana in continuo divenire.

Crescendo, infatti, si imparano a salutare i periodi belli con la speranza di crearne ancora più appaganti, riempiendo il vuoto di ciò che è stato, le pagine dei nostri diari e delle nostre agende di nuovi sogni.

Bisogna imparare ad assecondare ciò che sentiamo, entusiasmarci per le trasformazioni, ascoltare le voci delle svariate sensazioni che parlano dentro di noi e che mutano come il nostro umore, apprezzare ciò che abbiamo provato durante l’estate e conservarne un dolce ricordo, ripartire da noi, da ciò che è importante.

Trovo davvero settembre un mese affascinante e significativo: ogni giorno è settembre, ogni giorno è una grande occasione, ogni giorno è quello giusto per ricominciare…

Il nono mese del calendario ci insegna che certe cose restano speciali e magiche anche se cambiano, anzi, sono belle proprio perché destinate al cambiamento… un po’ come la vita.

È arrivato settembre…siate il vostro settembre.

Buon inizio.

Valentina Capretti 

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