Il 25 Novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu nel 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise in questa data nel 1960 nella Repubblica Dominicana.

È brutto dover prendere consapevolezza che proprio a ridosso di un giorno così importante la cronaca ci stia raccontando ancora dell’ennesima donna uccisa da chi incapace di rispettare la sua scelta di libertà.

Il Sole 24 ore riporta che sono state 105 le vittime nel 2023, un anno che evidenzia in modo crudele e brutale un dato davvero preoccupante: troppe lacune nel sistema antiviolenza dove ogni femminicidio è una sconfitta per l’intera società.

La ferocia con cui le donne continuano ad essere massacrate da chi dice di amarle fa riflettere.

E questo senza farne una distinzione anagrafica, di legami parentali, etnia, appartenenza sociale, economica o culturale perchè tutti diventano potenziali assassini con diverse modalità di azione: chi colpisce lo fa tra le mura domestiche o in strada, chi a seguito di  legami tossici o, ancora più sconcertante, coloro che si mascherano dietro l’immagine di “bravi ragazzi, padri, amici…”.

Quante donne chiedono aiuto, cercano inutilmente di difendersi da sole per poi diventare protagoniste dell’epilogo che sembra sempre già scritto.

Ci hanno fatto credere per decenni fosse colpa nostra per l’abbigliamento indossato, per quella minigonna troppo corta, per i nostri atteggiamenti, perché sotto effetto di sostanze, perché una sera per sbaglio abbiamo deciso di dare troppa confidenza a qualcuno o la possibilità al nostro ex fidanzato di un ultimo incontro, perché non abbiamo pensato potesse farlo realmente…

Ma come è possibile credere che una persona a cui abbiamo dato fiducia, con cui abbiamo condiviso pezzi di vita in realtà sia un mostro?

Credo che a volte non possiamo accettare che la persona che abbiamo amato sia capace di tanto, sia esso un fidanzato, un genitore o un conoscente.

E non è giusto pensare che a me non sia successo perché sono stata meno superficiale o più attenta, perché in verità né io né voi siamo state più brave, ma solamente più fortunate. 

E se tu in questo momento, donna meravigliosa che stai leggendo, se tu ora hai paura o stai subendo atteggiamenti che non ti piacciono o che minano la tua serenità e dignità, ti prego denuncia i tuoi aggressori, cerca protezione, parlane, non vergognarti…nel momento esatto in cui qualsiasi essere maschile o il tuo compagno mostrano segnali di squilibrio non fare finta di nulla. 

Ricordati che un vero uomo non usa la forza ma ti rende più forte standoti accanto, ti toglie le insicurezze non la libertà, grida “ti amo” e non ti urla addosso, ti accarezza non ti picchia, insegue con te i tuoi sogni non ti perseguita.

Un vero uomo ti fa sentire bellissima e ti riempie di complimenti non ti denigra, un vero uomo non ti fa sentire insignificante o sbagliata ma ti rispetta, non ti tratta come una proprietà e non ti impedisce di essere ciò che sei.

Un vero uomo non usa violenza fisica né psicologica: tutto il resto non è un uomo, tutto il resto non è amore.

Non è normale che sia normale.

Il sessismo camuffato è un problema che continua a esistere nell’ambito lavorativo, nei luoghi comuni, negli stereotipi maschilisti, nella decisione di quello che vogliamo essere, nella volontà o rinuncia di diventare madri, nella scelta di voler creare o meno una famiglia facendo parte di una coppia o restando da sole, nel doverci sentire inferiori senza motivo, nel doverci sempre giustificare.

Dobbiamo curare questo sistema alla base.

Io da mamma di un figlio maschio sento una grande responsabilità verso tutte noi.

E un pensiero va alle donne che oggi non sono qui con noi. A tutte le donne a cui è stata chiusa la bocca, a tutte le donne a cui è stato strappato il futuro, a tutte le donne a cui è stato tolto il diritto alla vita.

Un bacio ovunque voi siate, perché ovunque possa essere un posto migliore di quello che questo mondo sta diventando.

Non arrendiamoci donne, in ricordo di tutte coloro che non lo hanno fatto e hanno pagato a caro prezzo il loro coraggio. E a chi non ha saputo farlo perché si fidava di colui a cui aveva dato le chiavi di casa.

I diritti delle donne sono una responsabilità di ognuno di noi.

E allora prendiamocela.

La foto di copertina è di Pexels ad uso gratuito