L’architetto designer Mara Cividini è l’anima di Bali 1987, raffinato brand di gioielleria. Un giorno Mara spedisce a Leila Bali, storica designer di gioielli, una fotografia dell’outfit indossato ad una cena: una gonna vintage ed una parure di gioielli Bali acquistati da Mara diversi anni prima. La didascalia del messaggio era: “I grandi classici non tramontano mai”. Come tutte le cose più belle, prende vita l’ispirazione di riaprire gli archivi storici di Leila chiusi da anni e riportare in produzione alcuni pezzi iconici insieme alle nuove creazioni di Bali 1987.

Mara, cosa rappresenta per te il concetto di “bello”?

Bellezza è tutto ciò che ci fare stare bene: una passeggiata nella natura, una cena tra amici, una casa o un luogo che ci rappresenta. Oggi più che mai per me bellezza significa pace e serenità, sentirsi bene con se stessi e con gli altri.

Lei ha sempre amato i gioielli. Quali sono le sue fonti di ispirazione per la creazione dei gioielli Bali 1987?

Lo sguardo sul mondo. Il che non significa scopiazzare quello che fanno gli altri, o seguire le tendenze del momento, bensì attingere da quello che mi emoziona, che sia un luogo, un colore, oppure una persona che ha attirato la mia attenzione per un particolare.

In questo mondo abbiamo un po’ perso il valore dell’artigianalità spesso trascurata al posto di tutto ciò che è già pronto e a volte stereotipato. Cosa ne pensa in merito?

Personalmente non ho mai amato il concetto di “fast” perché spesso quello che otteniamo in modo veloce, altrettanto veloce se ne va. La tendenza dovrebbe essere invertita, ma i mezzi di comunicazione insistono a proporre un modello di consumo che è totalmente insostenibile, oltre che di cattivo gusto. Dovremmo riscoprire il piacere di comprare meno e meglio, e seguire il motto delle nostre nonne: chi più spende meno spende. Un abito di qualità, come un bel gioiello, non si butta dopo una stagione.

I gioielli, spesso, sono legati ad una “emozione” della nostra vita. Non sempre vengono indossati come accessorio finalizzato al look, ma perché legati ad un ricordo o ad una persona. Hai qualche particolare ricordo legato ad un gioiello?

Quando è nato il mio primo figlio, mia mamma ha fatto smontare un suo anello con pavè di diamanti, e quelle pietre sono state montate su un bracciale a formare il nome del bambino, e anni dopo è stato aggiunto il nome del mio secondo figlio. È un bracciale che indosso tutti i giorni e al quale sono molto affezionata. Avrebbe mai potuto fare altrettanto con un anello di metallo e pietre sintetiche realizzato magari in Cina?

Un po’ di vintage, un po’ di nuovo. Come creare il giusto mix tra passato e presente?

Consiglio sempre di aprire i cassetti e “riesumare” i gioielli dimenticati: alcuni stili “vintage” sono di grande attualità, soprattutto se abbinati ad un look contemporaneo! L’oro che invece proprio non ci piace più può essere riciclato facendolo fondere e realizzando qualcosa di nuovo e più attuale.

Se una persona giovane volesse intraprendere la sua strada, che consiglio darebbe?

In realtà io stessa mi ritengo ancora nella fase in cui ogni consiglio è ben accetto! Ma quello che non mi stanco di ripetere anche ai miei bambini è un concetto semplice, anche se un po’ fuori moda: senza fatica e senza il duro lavoro non si arriva da nessuna parte.

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