Andrea Ziella è Amministratore delegato Mattel Italy con il ruolo di Sales Director e Mattel Creations Lead per la regione EMEA. Laureato alla Bocconi in Marketing Management, dal 2012 in Mattel Italy, Andrea è sempre stata una figura apicale di riferimento per l’azienda non solo in Italia, ma anche all’estero, in Europa, e soprattutto in Sud Africa dove ha gestito lo sviluppo del mercato per tutta la parte Trade, Marketing e Digital. 

Di origini lucane, è un giovane di grande talento, ama il suo lavoro e naturalmente la Mattel, di fatto l’azienda di giocattoli che da sempre è un punto di riferimento ludico-educativo per piccoli e adulti. 

La mia prima Barbie mi è stata regalata dai miei compagni di classe per il mio settimo compleanno: me lo ricordo come se fosse ieri. La Barbie ballerina aveva le braccia piegate, le scarpette con le punte e la coroncina in testa. Amore a prima vista, perché da allora, sono diventata una Barbie Collector per quelle Barbie a tiratura limitata.

Intervistare Andrea ha avuto per me un doppio significato: ascoltare un top manager non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale e poi parlare della bambola più famosa e inimitabile nonché protagonista di un film campione d’incassi in tutto il mondo. Buona lettura!

D: Andrea, la Mattel è indubbiamente un’azienda leader nel settore di competenza. Molti giocattoli proposti dalla Mattel sono diventati iconici, apprezzati non solo dai più piccoli, ma anche dai più grandi. Qual è, secondo la tua opinione, il motivo? 

R: La mission di Mattel è essere promotori del cambiamento con un impatto positivo sulla crescita dei bambini offrendo una customer experience strutturata che possa coinvolgere le persone fin da piccole e accompagnarle nel loro percorso di crescita fino all’età adulta, donando loro emozioni che possano contribuire a costruire un futuro migliore. Mattel non è solo un’azienda di giocattoli perché nel tempo si è evoluta posizionandosi come una franchise company il cui obiettivo è dare alle persone, che amano i nostri brand, una esperienza a 360°, offrendo prodotti stimolanti e innovativi.

D: Mattel Creations è la piattaforma direct-to-consumer attraverso la quale la multinazionale americana desidera collaborare con il mondo dell’arte e dell’innovazione. Come nasce questo progetto?

R: Mattel Creations è un progetto nato nel 1945 dedicato ad un target più adulto ed è una piattaforma che reimmagina i nostri giocattoli come oggetti da collezione. Abbiamo offerto i nostri marchi iconici come tele “bianche” per artisti, designer, innovators, musicisti e creatori di spicco che hanno una passione per Mattel e che incarnano i nostri valori. Li abbiamo invitati a esprimersi e giocare con i nostri brand per progettare “giocattoli come arte” e “arte ispirata dai giocattoli” dando libero sfogo alla loro creatività.

Mattel Creations è una piattaforma prodotti in edizione limitata che mette in contatto creatori di fama internazionale con i marchi più amati di Mattel che attinge alla nostalgia e ai collezionabili premium.

D: La Barbie è la bambola più famosa al mondo. Negli anni hanno cercato di imitarla e sostituirla nel cuore del pubblico,  tuttavia la Barbie resta intoccabile ed anche unica. Dopo l’uscita del film, quali feedback avete avuto sia a livello comunicazione che vendite della Barbie? 

R: Quando abbiamo deciso di fare questo film, l’intento non era commerciale, ma raccontare una storia e creare un momento culturale. La risposta da parte del pubblico visionante è stata veramente importante tanto che molte persone sono andate a vedere il film vestite di rosa, il colore iconico della bambola più famosa al mondo.

Barbie quest’anno compie 65 anni e l’intento era proprio rappresentare gli aspetti socioculturali del mondo che cambiano anno dopo anno, ma, soprattutto, narrare un’epoca ed evitare gli stereotipi che si avevano nei contesti sociali di allora e presenti anche adesso.

La Barbie oggi, nel mondo dei giocattoli, è stata la pioniera del concetto di inclusione e diversity valorizzando l’assenza di rappresentazione di alcune categorie di persone: pensiamo alla realizzazione della Barbie con la sindrome di down o la Barbie con l’apparecchio acustico o quella con la vitiligine. Grazie al gioco, è possibile coinvolgere tutti i bambini e renderli consapevoli delle disabilità, promuovendo l’accettazione. 

Il film è stato il culmine di un viaggio decennale per ricontestualizzare la Barbie. I riconoscimenti avuti, tra cui essere inserita da Forbes come personalità dell’anno nel 2023, sono la dimostrazione che negli anni la Barbie ha subito una trasformazione passando da semplice “giocattolo” a punto di riferimento di empowerment per le generazioni attuali e soprattutto future.

D: Andrea, ammettiamolo, tutti siamo un po’ bambini dentro. Qual è il giocattolo più bello che hai ricevuto? E qual’è quello al quale non rinunceresti mai, magari legato ad una emozione o un ricordo personale.

R: Io sono generazione Millennial e quindi il mio tempo lo passavo prettamente nelle sale giochi. Il gioco che ho desiderato in assoluto e che mi hanno regalato i miei genitori è stata la Super Nintendo. Il ricordo più bello è legato al trascorrere giornate intere davanti a questo videogioco raggiungendo l’apoteosi del vero divertimento. Le cassette della Nintendo non si trovavano nel mio piccolo paese (non c’era ancora l’e-commerce) e quindi chiedevo a mia sorella, che si era trasferita a Bologna per frequentare l’università, di farmi felice nelle occasioni più importanti regalandomi una di queste cassette.

D: Hai maturato una pluriennale esperienza nel settore marketing. Durante questi anni, qual è stata la saggezza appresa che porti sempre con te e che, magari, vuoi trasmettere a chi desidera intraprendere un percorso professionale come il tuo?

R: Negli anni ho potuto sviluppare una serie di esperienze in diversi settori aziendali per arrivare alla carriera dove sono giunto oggi. Non è mai stato facile perché i sacrifici sono stati molti e tutt’ora il tempo dedicato al lavoro è maggiore rispetto a quello che dedico alla mia vita privata. 

Ho sempre avuto la fortuna di avere alle spalle una famiglia che mi ha supportato e mia moglie che ha sempre compreso le mie esigenze e rispettato i tempi trascorsi all’estero. In tutte le cose, concordo con te, l’elemento chiave del successo è la passione perché se manca, non c’è impegno e soprattutto non si riesce a fare le cose in modo diverso. 

Chiunque può essere bravo ad imparare un meccanismo, a leggere dei libri, ad essere pronto e colto per completare il compito, ma non tutti sono preparati alla diversità nell’azione per realizzare qualcosa di veramente importante. Fondamentali sono l’energia, l’entusiasmo e soprattutto credere nel brand che si sta rappresentando facendolo diventare un po’ come se fosse parte di sé stessi. Quello che consiglio ad un giovane che desidera intraprendere questo percorso, è di non fare mai qualcosa in cui non si crede e che non piace perché può andare bene nel breve periodo, ma nel lungo non si avranno i risultati desiderati.

La foto è stata fornita dal Press Office dell’intervistato