Lorenzo Mossa, pugliese di nascita, veronese di adozione e artista a livello internazionale. La sua carriera inizia un po’ per caso nella sua Polignano, a pochi chilometri da Bari, città per antonomasia molto stilosa, modaiola e molto attenta alle ultime tendenze fashion del momento.

Nella città a pochi chilometri dalla Valle D’Itria, impara quello che diventerà poi il suo mestiere: lo stilista e la materia scelta per le sue creazioni sarà la moda che trasferirà nel capoluogo scaligero e nel mondo.

Lorenzo Mossa, infatti, nel 2019 ha aperto il suo atelier in via Quattro Spade 8B a Verona e le sue creazioni vanno in onda tutti i giorni sui canali più importanti di Mediaset e Sky Tg 24 perché indossati dalle più belle giornaliste italiane.

Anche Parigi ha un ruolo fondamentale nel suo percorso artistico, ma è Verona che ha scelto, trasferendo nella nostra città tutto quello che di creativo ha imparato nei suoi lunghi viaggi all’estero.

Lorenzo, com’è nato il tuo processo creativo?

“Sono cresciuto con l’arte in casa perché mio padre è riuscito a trasferirmi l’estro e la creatività che mi hanno accompagnato già dalla tenera età. Sono partito con la creazione di costumi per gli animatori delle discoteche (erano gli anni 90 e ricordo bene che le discoteche erano un punto di ritrovo per le giovani generazioni di quel tempo ma anche una passerella per sfoggiare i più bei capi dell’epoca). Successivamente ho studiato scenografia e comunicazione visiva aprendo poi un atelier nella mia città natale, Polignano.

Fu grazie ad un grande agente di moda di Rimini che decisi di intraprendere la carriera di stilista e così mi iscrissi all’Università di moda a Pescara”.

Quali saranno le tendenze per l’autunno inverno 2023 – 2024?

“I materiali utilizzati saranno le lane con i rasi che danno un tocco classico unito al moderno, quindi lane accostate a sete rendendo anche un look giornaliero elegante e allo stesso tempo perfetto anche per la sera. Un esempio può essere un tailleur strutturato e tassativamente di sartoria.

I colori saranno accesi: il bianco seta, il rosa, il miele, terre di Siena, cammello, da accostare agli azzurri dalle mille sfumature, di tendenza in questa stagione. Questi che ho elencato sono i colori della natura mediterranea quindi reperibili in natura e nel nostro bel paese. Ho un pensiero che porto sempre con me e che è anche una sorta di motto: “È tutto intorno a noi”. Si tratta di una frase di Leonardo da Vinci che mi dà ogni giorno la carica per creare capi innovativi per donne sempre più alla ricerca della qualità e dell’originalità attraverso tessuti e materiali all’avanguardia con colori neutri o accesi che danno un tocco moderno”.

Che aggettivi definiresti per descrivere la tua moda?

“Estremamente delicata e femminile. La donna che sceglie di vestire i miei capi si distingue senza mai cadere nel banale. Da ciò ne consegue un’eleganza classica e bon-ton mescolata all’originalità dettata dal mio estro creativo. Già da un anno e mezzo utilizzo tessuti ecosostenibili perché in un’epoca dove si parla di salvaguardare l’ambiente non vedo perché non rispettarlo anche da questo punto di vista.

Molti i materiali che utilizzo per le mie creazioni: le pietre preziose intarsiate nei vestiti e lavorate prettamente a mano come una volta omettendo di utilizzare la macchina da cucire che ne rovinerebbe l’intento. Tra i miei best seller utilizzo tutti i tipi di seta comasca: chiffon, georgette, tweed, jacquard e fil coupè, che sono i fiori all’occhiello dell’alta moda italiana Made in Como”.

Oltre a Verona, anche la città lacustre di Garda ci onorerà di un altro atelier firmato Lorenzo Mossa… perché hai scelto questa location?

“Perché è una vetrina fronte lago ed è una zona di alto passaggio sia d’inverno che durante il periodo estivo con un turismo spender e a livello internazionale”.

Come definiresti i gusti delle donne di oggi?

“La mia generazione è completamente diversa dalla generazione di oggi. Sono cresciuto con dei modelli che oggi purtroppo non esistono più, i più grandi stilisti sono quelli che hanno fatto la storia della moda italiana, del Made in Italy, e oggi non riesco a riconoscermi nelle tendenze moderne della generazione zeta. 

Le mie creazioni si rivolgono ad un pubblico adulto, quindi a una clientela ricercata e attenta ad ogni minimo particolare e che preferisce un gusto classico con sfaccettature moderne”.

Di tutti i riconoscimenti che hai ricevuto, quale ti ha emozionato maggiormente?

“Mi sento orgoglioso di essere apparso nell’articolo dedicatomi dalla rivista Elle che recensiva come miglior abito quello da me creato durante la Mostra del Cinema di Venezia nel 2018 per l’attrice Miriam Candurro”.

 Parlaci di come è nata la collaborazione con Mediaset e Sky…

“Un paio di anni fa circa nasce questa collaborazione inaspettata.

Mi hanno contattato loro per chiedermi se fossi interessato a vestire le più belle giornaliste dei canali Mediaset, Sky Sport e Sky Tg24 durante la conduzione del telegiornale in fascia serale, quindi nel momento della giornata con più audience. Non vi nascondo che ho accettato con molto orgoglio e soddisfazione perché tra un ventaglio di bravissimi stilisti, hanno scelto me e le mie creazioni. Tutto questo mi ripaga dei tanti sforzi fatti in questo campo sempre più difficile e competitivo”.

Cosa non deve mai mancare nel guardaroba di una donna?

“Sono dell’idea che alla donna di oggi non debbano mai mancare dei capi “ever green” come un cappotto sartoriale nero, un paio di décolleté, un tubino e un profumo”.

La moda è ancora un caposaldo italiano?

“Negli ultimi anni purtroppo l’alta moda francese con la sua rigorosità è riuscita a mantenersi a livelli molto alti rispetto alla moda italiana. Nel nostro paese abbiamo i più grandi stilisti del mondo e possiamo solo che vantarcene come possiamo essere orgogliosi del comparto calzaturiero italiano del quale manteniamo ancora il monopolio. I miei colleghi francesi a Parigi mi dicono che sappiamo fare solo le scarpe e io, rispondendo a questa provocazione, domando loro il perché mi chiedano sempre di segnarmi le collezioni.

Il mio punto di forza, quindi il mio cavallo di battaglia, sono proprio le calzature. I décolleté che creo, i Travailler, sono in continua produzione per la forte richiesta femminile che ambisce al tacco a spillo di otto centimetri, confortevole quindi non troppo alto, per una giornata intera fuori casa. Anche la Sling Back, sorella della famosa e iconica Chanel ha sempre un grande successo nelle donne moderne lavoratrici. Si tratta di scarpe in raso, camoscio o vernice in pelle e vinile prodotte “di tutti i colori”.

Quali sono le creazioni “ever green” che continui a disegnare?

“I tailleur e i cappotti non tramontano mai. Ogni anno faccio un restyling di questi capi per ammodernarli a seconda delle tendenze del momento ma rimangono dei caposaldi di alta sartoria”.